Elaborazioni Digitali di Martino Motti
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Il mio percorso inizia dall'esplorazione delle profondità marine e dal contatto con le creature che le abitano. Nel silenzio e nella solitudine di quel mondo ovattato ritrovo l'unione ancestrale tra l'inadeguatezza dell'uomo e la perfezione della natura, l'inconscio più segreto riaffiora e prende luce, attraverso l'elemento liquido, per diventare immagine, simbolo di pace interiore. Il risultato che perseguo, nel rispetto di forme e colori di reali esseri viventi, rielabora quell'unicità, nel tentativo di bloccarne l'essenza in una visione positiva e vitale.
“Martino Motti appartiene a quella nuova generazione di operatori dotata di possibilità che, nell'inserirsi nel mondo della comunicazione visiva, può esprimere coi nuovi mezzi “quell'inadeguatezza dell'uomo" viva e spontaneamente dichiarata, ponendoci di fronte a risultati a volte seducenti - la natura è sempre stata fonte di stimoli nell'arte - in ogni tempo e con ogni mezzo. L'uso del computer come mezzo prescelto, applicato alla fotografia subacquea, è appunto un modo di visualizzazione che evoca genericamente un senso di vita primigenia delle origini dall'acqua. Un mondo visto e operativamente praticato in modo ludico in un susseguirsi di accostamenti mentali, con un mezzo, per l'appunto, nato all'incirca sessant'anni fa: il computer. Operazioni che accompagnano fotografie del mondo naturale sommerso in combinazioni rovesciate, con simmetrici capovolgimenti strutturali, dall'effetto sorprendente. Le immagini sono reali e avvincenti, per l'eleganza, la serialità, il cromatismo e altro ancora che il mezzo fotografia- computer permette.
La predisposizione intelligente dell'autore in questa operazione interessante si accompagna a una prospettiva di ulteriori occasioni e di opportunità di uno studio approfondito e per l'uso del prodotto in ambiti diversi. Siamo solo agli inizi di una generazione nuova nel campo della visualizzazione che ha di fronte un vastissimo orizzonte da esplorare, oltre al compito di "conservare" quella comunicazione immediata, fresca e, possibilmente, di gioiosa partecipazione. Martino Motti è giovane, dotato di ispirata energia in questa sua prima mostra (lavora per riviste di fotografia subacquea, anche con Folco Quilici), per la quale personalmente faccio i miei migliori auguri, non solo di successo personale e attenzione di pubblico, ma anche da parte della critica, per quel senso di unità primordiale, espressamente dichiarato, raggiungibile soltanto con l'operare attivamente. Anche perché questo genere di lavoro è ancora distante da contesti storici culturalmente consolidati.”
Romano Rizzato
Milano, marzo 2010
“Martino Motti appartiene a quella nuova generazione di operatori dotata di possibilità che, nell'inserirsi nel mondo della comunicazione visiva, può esprimere coi nuovi mezzi “quell'inadeguatezza dell'uomo" viva e spontaneamente dichiarata, ponendoci di fronte a risultati a volte seducenti - la natura è sempre stata fonte di stimoli nell'arte - in ogni tempo e con ogni mezzo. L'uso del computer come mezzo prescelto, applicato alla fotografia subacquea, è appunto un modo di visualizzazione che evoca genericamente un senso di vita primigenia delle origini dall'acqua. Un mondo visto e operativamente praticato in modo ludico in un susseguirsi di accostamenti mentali, con un mezzo, per l'appunto, nato all'incirca sessant'anni fa: il computer. Operazioni che accompagnano fotografie del mondo naturale sommerso in combinazioni rovesciate, con simmetrici capovolgimenti strutturali, dall'effetto sorprendente. Le immagini sono reali e avvincenti, per l'eleganza, la serialità, il cromatismo e altro ancora che il mezzo fotografia- computer permette.
La predisposizione intelligente dell'autore in questa operazione interessante si accompagna a una prospettiva di ulteriori occasioni e di opportunità di uno studio approfondito e per l'uso del prodotto in ambiti diversi. Siamo solo agli inizi di una generazione nuova nel campo della visualizzazione che ha di fronte un vastissimo orizzonte da esplorare, oltre al compito di "conservare" quella comunicazione immediata, fresca e, possibilmente, di gioiosa partecipazione. Martino Motti è giovane, dotato di ispirata energia in questa sua prima mostra (lavora per riviste di fotografia subacquea, anche con Folco Quilici), per la quale personalmente faccio i miei migliori auguri, non solo di successo personale e attenzione di pubblico, ma anche da parte della critica, per quel senso di unità primordiale, espressamente dichiarato, raggiungibile soltanto con l'operare attivamente. Anche perché questo genere di lavoro è ancora distante da contesti storici culturalmente consolidati.”
Romano Rizzato
Milano, marzo 2010